mare monti e arte

Ascoli Piceno

Ascoli Piceno è una delle città monumentali d’Italia: il suo centro storico è costruito in travertino, una roccia sedimentaria calcarea estratta dalle cave del territorio, ed ha come fulcro la rinascimentale piazza del Popolo dove si trovano alcuni degli edifici più importanti tra i quali il palazzo dei Capitani, lo storico Caffè Meletti e la chiesa di San Francesco.

Altro fulcro cittadino è lo spazio urbano di piazza Arringo, la piazza più antica di Ascoli, dove si elevano il medioevale battistero di San Giovanni, la cattedrale di Sant’Emidio, che racchiude al suo interno la cripta dedicata anch’essa al santo patrono. Vi sono inoltre il palazzo Vescovile, il palazzo dell’Arengo, sede della pinacoteca civica e di alcuni uffici comunali.

Non solo le piazze, ma anche le strade ed i vicoli di impronta schiettamente medievale contribuiscono a caratterizzare il centro storico come via Pretoriana, via di Solestà, via delle Stelle, via Soderini, via del Trivio, antico cardo e corso Mazzini, decumanus maximus, che attraversa da ovest ad est il centro urbano.

Tra i monumenti sono da ricordare: il ponte Romano di Solestà, uno dei pochi in Italia, visitabili anche al suo interno, le rovine del teatro romano, le grotte dell’Annunziata, ciclopica costruzione del periodo romano assimilabile a quella presente a Monte Rinaldo, la Fortezza Pia ed il Forte Malatesta, il palazzetto Longobardo con la torre degli Ercolani, una delle torri superstiti tra le circa duecento che compaiono nelle cronache medioevali, per il quale Ascoli ha il soprannome di Città delle cento torri.

Meritevoli di essere citati sono anche i tempietti dedicati al patrono quali: Sant’Emidio alle Grotte e Sant’Emidio Rosso ed inoltre la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio dalla caratteristica facciata suddivisa in riquadri.

Nelle vicinanze della città si trova la rocca di Castel Trosino, antichissimo insediamento longobardo a strapiombo sul torrente Castellano, in cui alla fine del XIX secolo fu rinvenuta una delle più ricche necropoli d’Italia, i cui preziosi reperti sono ora sparsi in diversi musei in tutto il mondo.

Percorrendo da Ascoli la Salaria in direzione Roma, s’incontra il monumentale albero del Piccioni menzionato per la prima volta in un documento del 1109 e legato, tra storia e leggenda, alla vita cittadina e alle vicissitudini del brigantaggio antiunitario.

Cattedrale di Sant’Emidio

“Il Battesimo di Polisia” di Lazzaro Giosafatti, Cripta del Duomo

Il Battistero di San Giovanni

Affresco della deposizione nella Chiesa di San Vittore

Chiostro interno del Palazzo dei Capitani del Popolo

Forte Malatesta ed il Ponte di Cecco

Edicola di Lazzaro Morelli

Eremo di San Marco

Porta Tufilla

Fonte di Sant’Emidio

Teatro romano

Caffè Meletti

Portale barocco

Edicola votiva (in Via della Volpe)
Architetture religiose
Chiese
Battistero di San Giovanni – Semplice ed austero nella sua forma di architettura sacra di gusto romanico è costruito interamente in travertino ed annoverato tra i monumenti nazionali italiani. Al suo interno vi sono una vasca circolare, del V secolo, per il battesimo ad immersione ed un fonte battesimale su colonna tortile.
Cattedrale di Sant’Emidio – Duomo della città, dedicato al santo patrono, sorge sul luogo di un edificio pubblico romano ed è il risultato di molteplici vicende costruttive che vanno sostanzialmente dall’XI secolo al XVI secolo. Si mostra su piazza Arringo con la facciata di Cola dell’Amatrice ed ospita al suo interno la cripta di sant’Emidio ed un pregevole polittico di Carlo Crivelli.
Chiesa del Cuore Immacolato di Maria – Realizzata negli anni cinquanta, è stata istituita come parrocchia dal vescovo monsignor Marcello Morgante nell’anno 1955. Al suo interno custodisce un prezioso crocifisso ligneo, del 1636, intagliato dal francescano Innocenzo da Petralia. Lo storico Giuseppe Fabiani racconta della grande devozione del religioso che lo aveva lavorato solo nei giorni di venerdì, a digiuno ed in ginocchio.
Chiesa della Madonna del Ponte – Caratteristica per la sua forma cilindrica e per le modestissime dimensioni, è considerata una tra le più piccole chiese della città. Edificata nell’anno 1689 testimonia l’antica consuetudine di costruire edicole votive in prossimità dei passaggi e degli ingressi alle città.
Chiesa di Sant’Agostino – Chiesa in stile romanico, fu inizialmente a navata unica. Successivamente, nel XV secolo, fu ampliata con due navate laterali.
Chiesa di Sant’Angelo Magno – Situata nell’antico rione della Piazzarola spicca per la sua stratificazione storica che va dallo stile romanico passando per il medievale ed il barocco.
Chiesa della Santissima Annunziata – Un tempo di grande importanza per la cittadinanza ascolana, si inserisce in un vasto complesso edificato in epoca medievale sui resti di antiche costruzioni romane e nato con la funzione di ospedale (oggi sede della SAD-Unicam), si erige sul Colle dell’Annunziata, dal quale si può vedere il bellissimo panorama di tutta Ascoli Piceno.
Chiesa di San Cristoforo – Fu ricostruita su un’altra chiesa preesistente nel 1593-98 e completata nel 1790. Al suo interno sono presenti tre altari in stile barocco di Giuseppe Giosafatti.
Chiesa di San Francesco – Questa chiesa è considerata una delle migliori opere italiane di architettura francescana, nonché l’edificio religioso francescano più rappresentativo della regione Marche. Si eleva al centro di un complesso monumentale cui si aggiungono anche due chiostri. È caratterizzata da un gruppo absidale di raro modello architettonico.
Chiesa di San Giacomo Apostolo – Chiesa romanica costruita dopo il 1250, sorge al centro di una piazza con intorno edifici storici in travertino.
Chiesa di San Giuliano – Edificata all’inizio dell’anno 1000 è stata elevata in conci travertino seguendo i canoni dello stile romanico. L’Andreantonelli la ricorda come la IX parrocchia ascolana.
Chiesa di San Gregorio Magno – Costruita per trasformare in luogo di culto cristiano un tempio romano pagano, edificato tra l’Età tardo Repubblicana, I secolo a.C., e la prima Età Augustea, I secolo d.C.
Chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio – Progettata dall’architetto e sculture ascolano Lazzaro Giosafatti è un significativo esempio di stile tardo barocco.
Chiesa di Santa Maria del Carmine – In stile barocco, edificata tra il 1651 e il 1663 con annesso convento dei Padri Carmelitani, presenta una facciata disegnata dall’architetto Carlo Rainaldi e realizzata da Giuseppe Giosafatti.
Chiesa di Santa Maria delle Donne – Edificata all’inizio del XIII secolo al di fuori delle mura cittadine oltre porta Romana, nella piana di san Panfilo, e costruita attaccata allo scomparso monastero femminile di clausura.
Chiesa di Santa Maria Intervineas – La chiesa in stile tardo-romanico e gotico, fu inizialmente costruita nel XIII secolo ma subì cambiamenti nei secoli successivi.
Chiesa di San Pietro martire – La chiesa di San Pietro Martire sorge ad Ascoli Piceno, dove fu eretta per i frati domenicani nel 1250 in stile gotico in occasione del passaggio in città di Pietro da Verona; vi si conservano le spoglie del Beato Costanzo da Fabriano. Consacrata a San Pietro Martire, fu eretta su una preesistente chiesa di san Domenico; degni di nota sono il portale laterale opera di Cola dell’Amatrice e l’altare realizzato da Giuseppe e Lazzaro Giosafatti. All’interno della Chiesa è presente una reliquia tratta dalla Sacra Corona di Spine, indossata da Nostro Signore Gesù Cristo durante la sua Passione.
Chiesa di San Tommaso Apostolo – Chiesa romanica costruita verso il 1064, insieme alla Collegiata dei Canonici Lateranensi dell’Ordine di Sant’Agostino, per iniziativa del vescovo Bernardo II. Sorge al lato dell’omonima piazza che custodisce i resti dell’anfiteatro romano.
Chiesa di San Vittore – Segue i canoni dello stile romanico. Il suo fianco destro, in origine decorato da affreschi, era costeggiato da un’antica strada che raggiungeva il Forte Malatesta e il Ponte di Cecco.

Chiesa dei Cappuccini, Miracolo dell’orto, di Augusto Mussini.
Chiesa di San Serafino da Montegranaro – Detta chiesa dei Cappuccini, dal 1570 il luogo venne affidato ai Frati Minori Cappuccini e dopo circa venti anni arrivò nel convento fra Serafino da Montegranaro che vi rimase fino al momento della morte, avvenuta il 12 ottobre 1604. Conserva notevoli opere di Augusto Mussini, il frate-pittore del periodo divisionista; tra queste si segnala il ciclo di dipinti murali dedicati alla vita di San Serafino.
Cripta di Sant’Emidio – Accoglie, nello spazio sotterraneo del duomo di Ascoli, i resti del patrono ascolano e dei suoi discepoli custoditi all’interno del sarcofago di epoca romana, dell’età di Marco Aurelio. Fu costruita nell’XI secolo per ospitare le reliquie del santo qui trasportate, dalle catacombe di Campo Parignano, dall’allora vescovo Bernardo II.
Tempietto di Sant’Emidio Rosso – Il piccolo edificio religioso nasce come ampliamento del capitello votivo voluto dai primi cristiani ascolani. Ha custodito per secoli la “Cona de Santo Migno”: pietra utilizzata per la decapitazione del santo, ancora oggi, conservata nel tempietto al di sotto dell’altare.
Tempietto di Sant’Emidio alle Grotte – Questo tempio è uno dei monumenti più importanti della città e ben rappresenta l’arte barocca delle Marche. Progettato da Giuseppe Giosafatti ed ispirato allo stile di Pietro da Cortona e di Gian Lorenzo Bernini fu eretto come ex voto in onore del patrono di Ascoli per aver preservato la città dai danni del sisma del 1703.

Macerata

Origini e primi secoli
Tra il III e il II sec. a.C. la zona dove sorge la frazione di Villa Potenza fu colonizzata dai Romani, che la chiamarono Helvia Recina. I resti del teatro romano del II secolo d.C. dànno l’idea di una città di medie proporzioni, florida. La prima notizia certa dell’esistenza di Ricina risale al I secolo d.C. da parte di Plinio il Vecchio. L’antica Ricina si trovava lungo la via Salaria Gallica; al tempo dell’alto Impero risalgono i monumenti più importanti, il teatro di 72 metri di diametro era a tre ordini di gradinate e poteva ospitare circa 2.000 spettatori, probabilmente era ricoperto di marmi (reimpiegati durante il Medioevo) con capitelli dorici e corinzi. Ancora bene riconoscibili sono: l’orchestra, la cavea e il frontescena in laterizio come prevedeva il teatro romano classico.

Teatro romano di Helvia Recina nella frazione di Villa Potenza.
Un’antica strada lastricata, il ponte romano sul fiume Potenza e i resti di ville decorate con mosaici pavimentali dànno l’idea dell’importanza del municipio di Ricina che Settimio Severo nel 205 elevò al rango di colonia e ribattezzò col nome di Helvia Recina Pertinax, in onore del suo predecessore l’Imperatore Publio Elvio Pertinace. Durante il periodo dell’affermazione del cristianesimo, verso il III secolo, vi fu martirizzato il vescovo di Helvia Recina Flaviano. Nel V o VI secolo le invasioni dei Goti costrinsero la maggior parte dei ricinesi a spostarsi sulle colline; nacque così il centro medievale di Macerata. Discussa è l’etimologia del nome: alcuni storici affermano che derivi dalle maceriae dell’antica Helvia Recina; altri sostengono che derivi da macera, parola latina che indica il luogo dove si pone a macerare il lino e la canapa per lavorare poi la fibra tessile. Per molti secoli la città fu divisa in due “poggi”, l’uno indipendente, l’altro sotto il controllo dei vescovi di Fermo.

Nel 1138, dopo grandi lotte contro Fermo, Macerata ottiene la franchigia di libero comune. Il 29 agosto 1138 davanti alla pieve di San Giuliano i due poggi si unificarono ed il castello Castrum Maceratae dava il nome al nuovo comune, mentre il Podium Sancti Juliani (la zona della “cocolla” e parte delle “Fosse”) portava la tradizione religiosa ed il suo protettore: San Giuliano. Con la nascita del comune libero di Macerata viene creato uno stemma con una macina su uno scudo rosso con sopra una corona regia. La macina era un simbolo mutuato dall’antica Helvia Recina e rappresentava l’operosità dei maceratesi ed anche una peculiarità del territorio, ricco di acque che servivano appunto all’alimentazione di molti mulini. Da ricordare che lo stemma cambiò nel 1570 quando venne aggiunta una croce greca rossa in campo bianco per concessione di papa Pio V, che era grato alla città per la partecipazione di alcuni suoi figli nella lotta contro i Turchi e per ricordare il concorso dei maceratesi alle crociate a partire dal 1188.

Nella lotta tra la Chiesa e l’Impero i maceratesi aderirono al partito ghibellino perché il re Enzo nel 1239 concesse al comune importanti privilegi sui castelli vicini. Successivamente la città passò al partito di parte guelfa e come ringraziamento il pontefice diede carta bianca per l’istituzione di una sede universitaria, (attività didattica iniziata il giorno della festa di San Luca del 1290, Giulioso da Montegranaro I docente); allo stesso momento questo cambiamento di fronte fece irritare i ghibellini che nel 1316 attaccarono la città con un esercito capeggiato da Federico da Montefeltro, che però fu respinto. Dal punto di vista architettonico, si possono ricordare il Palazzo dei Priori ed il Palazzo del Podestà, entrambi costruiti, nel XIII secolo, da Bartolomeo di Bonfiglio da Forlì.

Architetture religiose

Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Giovanni
cattedrale di San Giuliano
basilica di Santa Maria della Misericordia
chiesa di San Filippo Neri
chiesa di Santa Maria della Porta
chiesa di Santa Maria delle Vergini
chiesa di San Giovanni
chiesa di Santa Maria della Pace
chiesa di Santa Maria Immacolata
chiesa del Sacro Cuore
chiesa di San Giorgio
chiesa di San Michele Arcangelo
chiesa di San Francesco
chiesa di Santa Madre di Dio
chiesa di Santa Croce

Architetture civili

Sferisterio
Torre civica e orologio planetario
Teatro Lauro Rossi
Loggia dei Mercanti
Fonte maggiore
I Cancelli
Palazzo Buonaccorsi
Palazzo Compagnoni Marefoschi
Villa Compagnoni delle Lune a Cimarella
Aree archeologiche
Helvia Recina

Ancona

I luoghi e i monumenti più rappresentativi sono inseriti in un contesto naturale dominato dal promontorio collinare sul quale sorge la città; ciò permette di ammirare dalle piazze e dalle strade spettacoli naturali inconsueti in analoghi luoghi urbani: strapiombi affacciati sulle spiagge, il sorgere e il tramontare del sole e della luna sul mare, le onde delle burrasche. I monumenti più significativi della città non a caso sorgono nei luoghi più significativi del suo promontorio: il Duomo proprio al suo vertice, l’Anfiteatro romano, l’Arco di Traiano e il Lazzaretto sulle banchine del porto, il Faro vecchio e la Cittadella sulle sommità di colline a picco sul mare e il Monumento ai Caduti nel luogo in cui la vallata centrale della città sbocca sulla costa alta.

Gli altri monumenti sono quasi tutti affacciati sul porto come fossero palchi di un teatro[32]. Altre caratteristiche che contraddistinguono la città e colpiscono chi la visita sono la presenza di un porto internazionale a ridosso del centro storico e l’esistenza di un asse stradale lungo due chilometri che attraversa tutto il promontorio da ovest ad est, dal porto alle spiagge della costa alta.

Per ciò che riguarda le testimonianze storiche ed artistiche, pur essendo ben rappresentati tutti i periodi da quello romano all’età moderna, le opere più importanti sono legate ai due periodi di massimo splendore della città e del suo porto: l’epoca del libero comune e quella del porto franco settecentesco.

Architetture religiose

Il Duomo di San Ciriaco.

Particolare della facciata di Santa Maria della Piazza.

Il portale della Chiesa di San Francesco alle Scale, di Giorgio da Sebenico.
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Si danno ora brevi note sui più importanti monumenti religiosi della città.

Duomo di San Ciriaco
Millenario, svettante sul vertice del promontorio, è uno dei simboli della città; romanico nella decorazione, bizantino nella pianta a croce greca, domina il mare da tre lati ed ha un portale caratterizzato da due leoni stilofori, che sono fra i simboli di Ancona[33].

Chiesa di Santa Maria della Piazza
Capolavoro di arte romanica, caratteristica per la facciata ad archetti di ispirazione bizantina e per le figure simboliche scolpite intorno al portale, conserva nelle sue fondamenta i resti di una basilica paleocristiana.
Chiesa di San Francesco alle Scale
Con portale ricco di sculture quattrocentesche dell’architetto e scultore dalmata Giorgio da Sebenico e interno del XVIII secolo, conserva dipinti di Lorenzo Lotto, Andrea Lilli e di Pellegrino Tibaldi.
Chiesa del Santissimo Sacramento
Ha una semplice facciata cinquecentesca e un ricco interno barocco (di Francesco Maria Ciaraffoni) decorato dalle statue degli apostoli di Gioacchino Varlè e dagli affreschi dei quattro evangelisti di Francesco Podesti.

Chiesa del Santissimo Nome di Gesù
Costruita nel 1743 su progetto di Luigi Vanvitelli, con essa il grande architetto completò il suo programma di ridisegno della città; è caratterizzata da una facciata concava che riassume la curva del porto.

Chiesa di San Domenico
La settecentesca chiesa, progettata da Carlo Marchionni, domina scenograficamente Piazza del Plebiscito e conserva dipinti di Guercino e del Tiziano. Inoltre la chiesa ospita anche quadri di Andrea Lilli e sculture di Gioacchino Varlè particolarmente interessanti.
Chiesa dei Santi Pellegrino e Teresa
Detta degli Scalzi, è una costruzione del XVIII secolo a pianta centrale, con una grande cupola ricoperta di rame che domina il panorama della città.
Cattedrale di Santo Stefano
Edificata sul colle Santo Stefano o Lunetta venne distrutta in seguito all’assedio di Federico Barbarossa nel 1176.
sinagoga
Situata nel cuore dell’antico ghetto, è stata costruita nell’Ottocento e presenta una struttura doppia: al piano superiore la sinagoga di rito levantino e al piano terra quella italiana, entrambe le sale conservano gli arredi cinquecenteschi dei precedenti edifici sacri.

Campo degli Ebrei
Dal XV al XIX secolo è stato l’ampio e antico cimitero israelitico, panoramicamente situato nei pressi dell’orlo della falesia.
Si segnala inoltre la presenza, in quartieri non centrali o fuori città, di altre chiese:
Santa Maria di Portonovo
La chiesa monastica medievale citata in tutti i libri di Storia dell’Arte a causa della sua pianta singolare, è una fusione di basilica e di croce greca; si trova in posizione suggestiva, sotto le rupi di Monte Conero tra il bosco e la spiaggia di Portonovo.

Chiesa di Santa Maria Liberatrice
Cinquecentesca, piccola chiesa che sorge in Piazza Padella (Piazza Posatora), ha una pianta circolare e fu eretta per voto popolare dal Comune (come testimonia il civico stemma in pietra sopra la porta d’ingresso) in ringraziamento per una cessata epidemia di peste.
chiesa di San Francesco d’Assisi
Neogotica, detta comunemente “dei Cappuccini”, fu eretta su disegno di frà Angelo da Cassano d’Adda ed è importante perché conserva all’interno pale d’altare e decorazioni di frà Paolo Mussini, il frate-pittore degli inizi del Novecento.

Pesaro – Urbino

Pesaro è famosa, tra le altre cose, per lo storico Conservatorio, il Teatro e la stagione lirica e per aver dato i natali a Gioachino Rossini, Renata Tebaldi nonché per aver formato numerosi altri alti esponenti della musica e della lirica, tra i quali Mario del Monaco. Simbolo di Pesaro è la Rosa, fiore un tempo molto usato nelle maioliche artistiche di cui è una delle capitali, con Casteldurante (Urbania) e la stessa Urbino, dove però oggi le botteghe produttrici sono quasi scomparse. Altro riferimento simbolico di origine più moderna è la sfera, scultura di Arnaldo Pomodoro, che rimanda al globo terrestre e che campeggia di fronte agli edifici più rappresentativi di Organismi ed Enti mondiali ed europei. Essa è dai pesaresi chiamata simpaticamente “la Palla di Pomodoro”. Se Arnaldo è nato nella vicina Morciano di Romagna, suo fratello Giò Pomodoro, anch’egli scultore di fama mondiale, è invece nativo di Orciano di Pesaro. L’area di Urbino ha dato i natali, tra gli altri, a Raffaello e a Bramante.

Il Ducato d’Urbino, con Federico da Montefeltro, esimio mecenate e condottiero, ha preceduto Firenze nel dare il via al Rinascimento italiano. La città è ancora sede di un’antica università che oggi richiama migliaia di studenti dall’Italia e dal mondo. Essa è stata intitolata a Carlo Bo, letterato ed umanista, rettore per mezzo secolo dell’ateneo ed urbinate d’adozione. Simbolo di Urbino è un’opera architettonica unica nel suo genere, il Palazzo ducale. Fano, l’antica Fanum Fortunae, è la città natale di uno dei maggiori ingegneri scenografi d’Europa: Giacomo Torelli. Uno dei simboli architettonici della città è l’imponente Arco d’Augusto (Fano). Tutta la Provincia è disseminata di beni culturali, teatri e antiche città d’arte di notevole pregio tra cui citiamo Gradara, Cagli, Fossombrone, Mondolfo, Mondavio, Sassocorvaro, ecc.